Conseguenze

Oltre alle 8 caratteristiche dell’alienazione parentale descritte da Gardner e accettate dagli studiosi successivi, che sono di per sé anormali e disfunzionali nei bambini, altri ricercatori hanno evidenziato altre conseguenze negative nel medio e lungo periodo. Tali conseguenze sono in parte comuni ai traumi che il divorzio causa sui figli.

Kopetski (1998)[1] esaminando circa 600 casi di affidamento in Colorado tra 1975 e 1995, ha rilevato:

  • attaccamento insicuro e ansioso verso il genitore alienante, oltre che fobia verso quello alienato;
  • anomala ansia da separazione quando si è da tempo superata l’età in cui è normale;
  • stress, disturbi del sonno, regressione nel controllo delle funzioni corporee, mancanza di controllo degli impulsi;
  • disorganizzazione, scarso rendimento scolastico, isolamento sociale, alterazione dell’umore;
  • emancipazione prematura, rigidità e insolenza, scarsa empatia;
  • esame di realtà disturbato.

Lowenstein (1998)[2] esaminando le conseguenze di 60 casi di alienazione in Inghilterra, ha trovato:

  • confusione: frustrazione e mancanza di sapere in cosa credere;
  • diventare alienato verso un genitore;
  • fallire nello sviluppo educativo e vocazionale;
  • diventare estraniato e depresso, avere disturbi del sonno, regressione, sviluppare intenti suicidi, comportamento ossessivo compulsivo, enuresi (pipì a letto), ansia, sogni ad occhi aperti, disordini psicosomatici ecc.
  • rivolgersi ai nonni (o ad altri) per avere stabilità;
  • problemi d’identità sessuale;
  • mancanza di controllo impulsivo contro fratello o a scuola;
  • assenteismo e calo del rendimento scolastico;
  • rivoltarsi contro il genitore alienatore;
  • in alcuni casi (4 su 60), acquisire maggiore autonomia.

Baker (2005),[3] esaminando 38 adulti, ha riscontrato una maggiore propensione a:

  • bassa autostima;
  • depressione;
  • abuso di droga e alcol;
  • mancanza di fiducia;
  • alienazione dai propri figli;
  • divorzio;
  • altro: in alcuni casi e con minore intensità degli altri effetti, sono stati riscontrati problemi d’identità, sensazione di mancanza di radici, scelta di non avere figli per timore di essere rigettati, basso successo (scolastico o lavorativo), ira e amarezza per non aver passato tempo col genitore alienato.

Fidler et al. (2008),[4] esaminando più di 40 articoli pubblicati tra il 1991 e il 2007, rileva come i bambini alienati possono esibire diversi sintomi come:

  • carente esame della realtà;
  • operazioni cognitive illogiche;
  • semplicistica e distorta elaborazione dell’informazione;
  • percezioni interpersonali inaccurate o distorte;
  • odio di sé;
  • altre attitudini e comportamenti maladattivi.

Note:

  1.  Kopetski , L.M. (1998). “Identifying Cases of Parent Alienation Syndrome- Part II”. The Colorado Lawyer, 27 (3): 61-64, online.
  2.  Lowenstein, L.F. (1998). “Parental Alienation Syndrome – What The Legal Profession Should Know”. Medico-Legal Journal, 66 (4): 151-161, online, cf. tab. 3.
  3.  Baker, A.J.L. (2005). “The Long-Term Effects of Parental Alienation on Adult Children: A Qualitative Research Study”. The American Journal of Family Therapy, 33: 289–302, online.
  4.  Fidler, B.J.; Bala, N.; Birnbaum, R.; Kavassalis, K. (2008). “Understanding child alienation and its impact on families”. In B.J. Fidler et al., Challenging issues in child custody assessments: A guide for legal and mental health professionals. Toronto, Canada: Thomson Carswell: 203–229.