Riformulazione della PAS

Janet R. Johnston è una sociologa e assieme a Linda E. G. Campbell, Ph.D., e Sharon S. Mayes, Ph.D già nel 1985 [1] ha descritto “il disagio e il comportamento sintomatico di 44 bambini, tra i 6 e i 12 anni che erano oggetto di contese per l’affido dopo il divorzio dei genitori”. Le ricercatrici hanno descritto sei principali reazioni di questi bambini ai loro genitori: “forte alleanza”, “allineamento”, “conflitto di lealtà”, “lealtà alternata”, “accettazione di entrambi” con “rifiuto di preferenze” e “rifiuto di entrambi”.

La definizioni di questi ricercatori della “forte allenanza” è “una forte e coerente preferenza per uno dei genitori, accompagnata dal rifiuto e denigrazione dell’altro”. Sono presenti sentimenti chiaramente ostili, negativi e non ambivalenti. Tra i 44 bambini studiati, 7 (16%) presentavano questo tipo di risposta (Johnston et al., 1985). I primi studi di Gardner risalgono allo stesso periodo ed è evidente che la “forte alleanza” è lo stesso fenomeno da lui descritto con il termine “sindrome da alienazione genitoriale”.

In altri studi pubblicati dalla Johnston nel 1993 e nel 1997 viene descritto il fenomeno dell’alienazione genitoriale in termini di “fusione” tra il genitore alienante e il bambino.

Nel 1998 [2] Vivienne Roseby e Janet Johnston hanno descritto in modo molto drammatico il meccanismo dell’alienazione genitoriale in un capitolo di un libro dal titolo eloquente “Figli dell’Armageddon” come “distorsione” delle percezioni del bambino nei confronti dell’altro genitore.

Nel 2001 Joan Kelly e Janet Johnston[3] hanno criticato la definizione di Gardner della sindrome di alienazione parentale e hanno proposto uno schema alternativo per classificare i minori alienati. Sebbene Janet Johnston e Joan Kelly riconoscano che l’alienazione genitoriale è un fenomeno reale, non sono d’accordo con la sua concettualizzazione come “sindrome”. Il lavoro di questi due studiosi è quindi citato come una riformulazione della PAS, nel senso di una priorità della valutazione dello stato del bambino, piuttosto che del comportamento dell’adulto come fa il modello della PAS come sindrome.

Kelly e Johnston non credono che l’alienazione parentale sia necessariamente causata da un genitore. Invece descrivono l’alienazione come il risultato di processi interrelati in un sistema con fattori causali che derivano dall’ambiente, da ciascun genitore e dal bambino che “creano e/o consolidano l’alienazione” da un genitore precedentemente amato (Kelly and Johnston, 2001).

Note:

  1.  Johnston, J. R., Campbell, L. E. G., & Mayes, S. S. (1985) Latency children in post-separation and divorce disputesJournal of American Academy of Child and Adolescent Psychiatry, 24(5), 563–574.
  2.  Roseby, V., & Johnston, J. R. (1998). Children of Armageddon: Common developmental threats in high-conflict divorcing families. Child and Adolescent Psychiatric Clinics of North America, 7(2), 295–309.
  3.  Kelly, J. B., & Johnston, J. R. (2001). The alienated child: A reformulation of parental alienation syndrome. Family Court Review (Special Issue: Alienated children in divorce), 39(3), 249–266.