Intervista sull’allontanamento di un bambino dalla madre alienante

(13 ottobre 2012) Rtl 102.5 Radio: Torniamo al caso del bambino di Cittadella lo facciamo con un ospite che ci fa molto piacere avere, cioè la dottoressa Simonetta Matone, magistrato ed ex magistrato minorile. Questa mattina abbiamo chiesto agli ascoltatori di Rtl 102.5 se è stato giusto mandare in onda le immagini legate al video del bambino trascinato con la forza dalla polizia in borghese. Lei, non da magistrato, ma da mamma, da donna, come la pensa, lei lo avrebbe mandato in onda?

Simonetta Matone: Da una parte bisogna porsi dalla parte del bambino e non è stato giusto mandarlo perché sono immagini decisamente sconvolgenti. Dall’altra, l’unico effetto positivo di questa storia è che finalmente le persone, la gente, comincerà a pensare a quello che è l’universo della giustizia minorile, che però anche in questo frangente viene – come posso dire – viene ad essere affrontato in maniera secondo me un po’ isterica, molto emotiva, molto molto superficiale. Le immagini sono orrende, ma c’è da chiedersi, per arrivare a quello, che cosa è accaduto fino a quel momento? Allora, io per 17 anni ho fatto il Pubblico Ministero presso il Tribunale dei Minorenni di Roma e ho visto casi di questo genere, cioè di madri che negano l’accesso ai figli da parte dei padri in una maniera pervicace, ostinata e soprattutto delinquenziale. Quando tu arrivi a negare l’esistenza di un padre, o di una madre – perché viceversa accade anche dall’altra parte – impedendo a quel bambino di avere alcun tipo di contatto inducendo nel bambino il terrore dell’altro genitore, convincendo il bambino o la bambina del fatto di avere a che fare con un delinquente e privando quindi quel bambino della possibilità di avere un genitore. Guardi che questo accade nei Tribunali per i Minorenni e nei Tribunali Civili tutti i giorni che Dio manda in terra. Quindi io non sto parlando di un caso estremo, sto parlando di casi che sono a migliaia. Quanti di voi avranno visto proteste, genitori che si incatenano per i figli… Proprio l’altro giorno mi ha chiamato un tale Fieramonti di Latina il quale non ha accesso al figlio da anni senza che le forze dell’ordine eseguano alcun provvedimento perché… Perché ci si pone una mano sulla coscienza e si dice: “Posso mai far portare via un bambino in questo modo?”. A volte sono gli stessi genitori a chiedere di non eseguire i provvedimenti in questo modo. Però, però… io conosco decine, centinaia di casi di genitori che hanno perso i figli perché non si è eseguito un provvedimento. Allora, invece di gridare allo scandalo – ed è giusto farlo, perché quel bambino non andava portato via in quel modo – domandiamoci fino a quale punto si è arrivati per arrivare a quello. Qual’è la sfida che queste madri e padri sciagurati fanno alle istituzioni. Cioè.. Questi si vedono notificare un provvedimento che dice “devi consentire i contatti tra tuo figlio e il tuo ex marito la tua ex moglie” e se ne fregano perché hanno la garanzia dell’impunità. E la garanzia dell’impunità qual’è? Che non si possono eseguire i provvedimenti in questo modo.

Rtl 102.5 Radio: dottoressa, ma lo chiedono anche i nostri ascoltatori, onestamente lei pensa che quell’esecuzione del provvedimento (sui cui non entriamo non conoscendo i fatti nello specifico daremo un giudizio non giusto)

Simonetta Matone: certo, certo.. I miei sono discorsi generali, però dall’alto (o dal basso…) di diciassette anni di attività nel corso dei quali tutti i giorni mi sono scontrata con questa roba…
I genitori, la mamma i nonni… che stavano a fare lì? Chi è che gridava? Chi è che ha creato… Perché le forze dell’ordine lo hanno dovuto portare via così? Allora io non difendo l’operato della polizia, però non mi va di stare nel coro. Cioé interroghiamoci su che cosa è accaduto prima di arrivare a quello. Chi è che ha terrorizzato quel bambino? Chi era lì a urlare e gridare? Chi era? Chi è che si è portato la telecamera per filmare? Una madre che ama un bambino, obtorto collo, davanti ad un provvedimento che dice “devi farglielo vedere” perché non esegue? Chi è questa madre per dire che i provvedimenti dell’autorità giudiziaria non vanno rispettati? Perché noi viviamo in un paese dove davanti a un ordine del giudice la gente dice “Faccio come mi pare perché non pago mai pegno”?

Rtl 102.5 Radio: questo è giustissimo. Qualcuno dei nostri ascoltatori dice che è stato tutto organizzato per ottenere quel tipo di risultato, cioè shockare in qualche maniera l’opinine pubblica e fare reagire…

Simonetta Matone: è quello che sto dicendo io. Allora: i provvedimenti non vanno eseguiti così, perché nei confronti dei minori conta più la forma di esecuzione del provvedimento che il provvedimento stesso. Però ricordiamo quello che è stato fatto – forse gli ascoltatori di Rtl sono troppo giovani – con Serena Cruz. Serena Cruz. Lì fu veramente criminale, scusi il termine, fu portata via… E lì furono i giudici a commettere un errore gravissimo, perché furono loro che per affermare un principio di diritto, strapparono una bambina che viveva da due anni con una famiglia abusivamente adottiva e la fecero portare via. Lì era completamente diverso, perché lì si è eseguito un provvedimento con la forza pubblica per affermare un principio di diritto, senza che però che dall’altra parte ci fosse un interesse di qualcuno. Cioé quella bambina non aveva dei genitori naturali che la reclamavano. Non aveva nessuno. Era soltanto dire: “Tu hai violato la legge sulle adozioni, io te la porto via”. Quindi sono due cose che non sono assolutamente paragonabili e comparabili…

Rtl 102.5 Radio: e poi c’è dietro veramente un mondo e degli equilibri difficilissimi da rispettare…

Simonetta Matone: Guardi non è un problema di mondo o di equilibri. E’ un problema di fare come si vuole dinanzi a provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Se la madre avesse consentito al padre l’accesso, questo non sarebbe accaduto. E quello che mi indigna è che in tutto questo coro di indignati non c’è nessuno che ragioni sul fatto di cosa ha fatto questa madre! E tutte le plebi inferocite inneggiano a questa donna! Che si è portata le telecamere e che ha costretto le forze dell’ordine a fare ciò. Mi scusi, ma sono l’unica voce fuori dal coro e lo dico nell’interesse di quel banbino.

Rtl 102.5 Radio: dottoressa Matone, noi la ringraziamo tantissimo per averci aiutato a capire un po’ di più di questa bruttissima vicenda che sta comunque indignando gli italiani…

Simonetta Matone: perché quel video, le ridico, non si può guardare. Io ho tre figli ormai grandi. Mi sento male a vederlo, non lo voglio vedere. Però sono una persona che ragiona e mi pongo delle domande.